Gino Sarti
Gino Sarti nacque da Enrico e Augusta Franceschini il 27 ottobre 1924 a Vergato e vi restò fino a prestare servizio militare in aeronautica sino all'8 settembre 1943, quando era in attesa di chiamata al corso Allievi ufficiali di complemento.
Colto dall'armistizio rientrò a casa e durante la lotta di liberazione militò nella 7a brigata Garibaldi della Divisione Modena Montagna e operò sull'Appennino tosco-emiliano, con il grado di Tenente.
Prese parte ai combattimenti di Sassoguidano (Pavullo nel Frignano - MO), di Monte della Riva (Zocca - MO) e ad altri sulla destra del Panaro in territorio di Montese (MO).
Oltrepassato il fronte la notte del 20 ottobre 1944, in novembre tornò in prima linea, nel settore tra Vergato e Grizzana, con il II Corps OSS della 5a Armata americana, per finire con la sua formazione il 14 aprile 1945 alla liberazione di Vergato.
Gli sono state conferite la croce al merito di guerra e la medaglia di benemerenza per i volontari della seconda guerra mondiale e nel dopoguerra ha pubblicato due libri riguardanti la sua storia: "A Nord della Gotica" e "I racconti della Gotica".
Persona di spicco di tutta la comunità vergatese, si è spento il 21 Luglio 2017.

La forchetta rinvenuta a casa Coniali nel settembre del 2020; l'abitazione era occupata dai partigiani e l'unico che aveva avuto contatti ufficiali con gli inglesi nella zona di Castel di Casio era proprio Gino.
Giancarlo Bendini nel 2013, fece incontrare nuovamente Gino con il padrone di casa Coniali: si chiamava Silvano Mattioli.